Under The Lake
Grecia, 2022, 16′
Spettatori impotenti della progressiva sparizione del loro villaggio, destinato a sprofondare nelle acque di una diga artificiale, gli abitanti del luogo si abbandonano al fluire in direzione opposta – dal basso verso l’alto – di ricordi e pensieri, di sguardi muti e accusatori. I volti si fanno di pietra, le immagini in movimento diventano statue in decadenza, azioni quotidiane (come filare, passeggiare, cacciare) acquisiscono una dimensione mitica, purtroppo definitiva; il tempo atmosferico (la nebbia, la neve, la bruma del mattino, il buio della sera) si adagia sulla terra come un manto funebre. Eppure qualcosa resiste, qualcosa ancora vive in questa montagna che la geometria dell’uomo ha trasformato in terra di fantasmi.
Thanasis Trouboukis trova nell’entroterra greco, a Tzoumerka, paesino dell’Epiro ora del tutto scomparso, un luogo vero trasformato in immaginario dalla grana spessa ed evocativa del 16mm. “Come lavora la memoria dell’acqua?” si chiede idealmente il giovane regista greco. Cosa vince sull’opera del tempo e della morte? Forse il fluire violento del passato, forse il fuoco che paradossalmente nasce dalle profondità degli abissi…
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